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“Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono”

[Questo articolo è stato scritto da una studentessa della classe quinta del Liceo Polivalente Orsoline di S.Carlo di Saronno, che ha partecipato al Seminario su “Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo” tenuto da Voci Globali. Le idee espresse in questo articolo rappresentano il pensiero e le convinzioni dell’autrice].

Ilaria Francesca Bergna (Istituto Professionale Socio-Sanitario)

La nostra sfida più importante è quella di contribuire a creare un ordine sociale in cui la libertà del singolo significherà veramente la libertà di ogni individuo”. Questa celebre frase di Nelson Mandela è un’ottima introduzione per trattare il tema dei diritti umani; egli infatti ha contribuito in maniera significativa alla lotta per la pace, attraverso una convinta azione per combattere l’ingiustizia dell’Apartheid.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è una sorta di contratto tra un Governo sovranazionale e la gente in tutto il mondo e ne delinea i diritti fondamentali per garantire una società democratica e un’integrazione su scala mondiale.

I diritti umani si basano sul principio del rispetto nei confronti dell’individuo e il loro raggio di applicazione è molto esteso. Attraverso conferenze e seminari che si svolgono in plessi scolastici e non solo, è possibile l’arricchimento personale della conoscenza sul tema dei principi fondamentali dell’uomo.

I diritti umani vengono però rispettati in tutti gli Stati del mondo e sono riconosciuti per tutti le classi sociali? Questo è il principale quesito che molti giovani si pongono o su cui almeno dovrebbero interrogarsi.

Infatti, in numerose occasioni, queste fondamentali norme non vengono rispettate e ciò può causare disordini a livello sociale, come per esempio l’arresto di manifestanti, ma ancor di più l’aumento della povertà, un basso tasso di alfabetizzazione, discriminazione basata sul sesso o sulla religione, guerre civili e conflitti.

Il Rapporto Mondiale del 2013 di Amnesty International – per citare una delle tante fonti in materia – indica che gli individui sono torturati o maltrattati in almeno 81 paesi, subiscono processi sommari in circa 54 nazioni e, in particolare donne e bambini, vengono limitati nella loro libertà di espressione ed emarginati in 77 Stati.

Esempi più vicini all’esperienza quotidiana di un Paese occidentale, sono la violazione del diritto alla vita (con la legge che permette l’aborto in alcune nazioni), il diritto alla sanità (che prevede un’assicurazione a pagamento, non solo nei Paesi più ricchi ma anche in quelli più poveri, dove molto spesso la situazione economica non permette di usufruire delle cure primarie e quindi causa mortalità).

Un altro esempio di diritto violato riguarda l’infanzia. Molti bambini infatti, nelle nazioni in cui la guerra è padrona della vita di tutti i giorni, sono influenzati e indottrinati ad utilizzare armi con facilità.

La vita dei bambini, durante la guerra, si trasforma e non esiste più infanzia. Credit: Lamerie. Screen shot dal TG della BBC, news sulla Siria. Foto rilasciata in licenza CC (BY-NC 2.0)

Anche il diritto alla casa e all’educazione non sempre vengono garantiti per motivi economici o per la mancanza di strutture adeguate.

Per parlare di un altro tipo di diritto, cito un fatto avvenuto nel giugno scorso: una ragazza iraniana è stata arrestata perché manifestava contro il divieto imposto alle donne di assistere a eventi sportivi in impianti pubblici insieme a uomini. Questo fatto, riportato sulla home page del sito dell’associazione Amnesty International, ha permesso a persone di tutti i Paesi del mondo di partecipare alla campagna per la liberazione della ragazza.

Al giorno d’oggi, ognuno di noi può, attraverso foto e video amatoriali – che in alcuni casi sono ripresi anche dai principali mass-media – far conoscere e denunciare le principali violazioni dei diritti umani. Questo processo, di cui l’informazione non può più fare a meno, prende il nome di citizen journalism.

Esistono numerose associazioni che si occupano della tutela dei diritti fondamentali dell’uomo: Unicef, Save the Children, Amnesty International sono tra le più note. Ma in realtà le ONG e Associazioni che si battono per la difesa dei diritti sono migliaia in tutto il mondo.

Anche alcune personalità del mondo dello spettacolo si adoperano a favore di queste problematiche, attraverso propri siti internet e missioni personali. Un esempio – per noi giovani – è Michelle Hunziker, che ha dato vita a “Doppia Difesa“, un’associazione per combattere la violenza e la discriminazione nei confronti delle donne.

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