Noi, cittadini onesti per uno Stato libero dalla mafia
Tommaso Palmieri (4^ G) e Gabriele Giordani (4^ G)
Durante la primavera del 1995 sbocciò in Italia il fiore più bello e longevo della flora che caratterizza quella che può essere considerata la penisola più bella del mondo. Era il 25 marzo quando Luigi Ciotti, prete veneto, fonda “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, con il preciso intento di sensibilizzare la società civile sul tema delle organizzazioni criminali mafiose.
Dopo anni di terrorismo mafioso culminati con le briciole dell’asfalto divelto di via D’Amelio e Capaci, da cui emerse la seconda Repubblica, l’Italia intera si trovava in balia della paura: paura di combattere per la giustizia, paura di fare buona politica, paura di dire la propria, paura di denunciare e paura di rendersi protagonisti attivi delle proprie vite.
Don Ciotti vide questa paura e seppe trovare la forza per aprire una strada nuova sulla quale potessero camminare centinaia, migliaia di persone, gruppi ed associazioni che a questa paura si ribellavano. Si ribellavano alla costrizione di sopravvivere alla vita, volendola vivere invece con tutta la gioia che sa dare. La strada aperta da don Ciotti si chiama Libera.
Dopo molti anni di rodaggio, Libera oggi conta oltre 1600 enti che ne fortificano la colonna vertebrale dandole la possibilità, le forze e i mezzi per organizzarsi su tutto il territorio, per concretizzare, preservare e promuovere la cultura antimafiosa della legalità e dell’onestà. Libera gestisce un mercato nazionale di prodotti coltivati o lavorati in terreni e strutture confiscate alla mafia, concretizzando nelle sue diverse botteghe e nei banchetti il proprio impegno.
L’organizzazione si fa promotrice nel sostenere in prima persona, sia giuridicamente che umanamente, chi è vessato dalla violenza mafiosa o si fa testimone delle sue nefandezze. Inoltre, promuove la cultura della legalità e sensibilizza la cittadinanza attraverso presidi, conferenze, incontri nelle scuole, raccolte di firme per leggi di iniziativa popolare e l’organizzazione dei cortei del 21 marzo, giornata dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia.
Durante l’autunno del 2011 tre timidi – ma non troppo – primini del Liceo Fermi fecero il loro primo ingresso nel mondo di Libera, che aveva l’anno prima fondato il suo piccolo presidio nella loro nuova scuola. Non sapevano esattamente di cosa si trattava, o forse sì, ma non lo davano a vedere per paura di esporsi. Ad ogni modo, quei tre ragazzi stavano facendo una scommessa, un azzardo che li avrebbe portati a iniziare un lungo viaggio. Libera si è rivelato, e si rivela, essere un qualcosa di incredibilmente forte, deciso, determinato ma allo stesso tempo tutto da costruire: la sua forza sta proprio nella sua fluidità, nel suo sapersi adattare, nel suo aprirsi a tutto ciò che si presenta di nuovo, di essere effettivamente libera da ogni forma di convenzione ed ostacolo alla libertà di qualunque forma di espressione.
In molte città d’Italia esistono questi presidi universitari e di studenti medi che fanno autoformazione ed informazione ritrovandosi a cadenze regolari, progettando e costruendo pezzetti d’Italia, un’Italia che ci piace sognare quando ci sediamo tutti insieme e ci ascoltiamo guardando lontano le onde dell’ottimismo e della perseveranza, non gettando mai la spugna e non facendoci mai travolgere dagli eventi, ma sempre orgogliosi di essere protagonisti nelle nostre città della promozione di un’idea diversa: l’idea che tutti possono essere eroi dell’antimafia, essendo cittadini onesti nel proprio quotidiano.
Libera ha oggi riempito quel bisogno di condividere esperienze che ci spinge fin dalla giovane età a metterci in gioco, impegnandoci per qualcosa di più grande di noi. Qualcosa in cui crediamo. Non si è limitata a dare un sogno a tante ragazze e ragazzi, ma si è spinta a far toccare questo sogno con i progetti di Estateliberi e con la propria limpidezza. Libera dà a tutti noi un’occasione in più per riscattarci, andando a formare grandi di domani che sanno cos’è la paura, ma vogliono morire una volta sola.